venerdì 21 novembre 2014

... TRA GLI ALLENATORI BERGAMASCHI
MARCO CORNOLTI

Avanti un altro:  MARCO CORNOLTI


1 - Hai lavorato per tanti anni nel settore giovanile della Virtus Gorle; come costruire un buon settore giovanile e cosa non deve mancare? 
Penso che un buon settore giovanile si costruisca innanzitutto attraverso presenza di istruttori/allenatori che abbiano idee comuni, soprattutto dal punto di vista morale e in parte direi anche dal punto di vista tecnico. Negli anni mi è successo molto spesso di vedere ragazzi in Under 19 con poca capacità di stare in palestra e con poca etica del lavoro, a causa di un percorso a livello giovanile troppo frammentario, senza una giusta continuità nel corso degli anni. Al di là di questo aspetto, penso che se si voglia fare un lavoro completo non debbano mancare figure come il preparatore fisico (sempre più importante vista la carenza di attività motoria nella vita dei bambini del giorno d'oggi), un vice-allenatore, un accompagnatore... Insomma, tutte quelle persone che possano consentire all'atleta una crescita a 360°.

2 - Come riesci a far capire ai tuoi ragazzi l'importanza di allenarsi sempre al 100%? Che metodi usi per centrare questo obiettivo?
Sinceramente non ho un metodo in particolare, mi baso semplicemente sul fatto che i ragazzi presenti in palestra vadano innanzitutto stimolati, per cui cerco sempre di proporre cose che siano divertenti e allo stesso tempo utili, senza il bisogno di "punirli" nel momento in cui l'impegno non sia totale. Attraverso il tempo, dimostrando prima di tutto come allenatore di metterci il massimo della voglia nel corso dell'allenamento, i ragazzi prenderanno l'esempio e passo passo si avvicineranno a quel 100% tanto ambito.

3 - Come imposti i tuoi allenamenti giornalieri e i tuoi programmi mensili ed annuali; che aspetti tecnici approfondisci maggiormente?
Cerco di darmi all'inizio di ogni stagione - e all'interno poi di ogni mese - delle linee guida da seguire, salvo poi provare ad adattare ogni singolo allenamento alla situazione fisico/mentale dei giocatori e alle lacune che vedo in quello specifico momento. Mi piace molto lavorare sull'intensità dell'allenamento, sul fatto che i ragazzi siano sempre attivi all'interno delle ore di lavoro, prediligendo in particolare il gioco senza palla, "leggere" come e quando muoversi in base alle situazioni che si vengono a creare.


4 - Il rapporto allenatore-dirigenti e quello tra allenatore-genitori; è mai stato un problema e se sì come lo hai risolto?
Sento spesso parlare di situazioni particolari sia nel rapporto con i dirigenti sia con i genitori, cosa che però nella mia esperienza di questi anni a Gorle non ho mai vissuto, avendo sempre trovato accanto a me persone comprensive e di un certo spessore morale. In ogni modo, cerco di non creare - nei limiti del possibile - rapporti con queste figure, preferisco tenere le distanze e pensare solamente alla mia parte di lavoro.

5 - La situazione del basket italiano non è delle più felici; anche a Bergamo e provincia si sta allo stesso modo? 
Ogni realtà ha i propri pregi e i propri difetti... E' altrettanto chiaro che in generale il momento economico non aiuta ad avere tutte le risorse per fare il miglior lavoro possibile, però proprio per questo vorrei vedere più coraggio da parte delle società... Più coraggio nel "lanciare" un ragazzo meritevole del proprio settore giovanile in prima squadra, e di conseguenza (a livello professionistico) più giocatori italiani in campo in Serie A. Nella mia personale esperienza di vice-allenatore con la C/Regionale di Gorle, è davvero motivante avere più di mezza squadra proveniente dal proprio settore giovanile, dà un senso maggiore anche al lavoro che facciamo ogni giorno in palestra con i ragazzi.

6 - Il livello del settore giovanile a Bergamo: a che punto siamo e cosa faresti per incrementare la qualità di crescita?
Ricollegandomi al punto precedente, vedere la possibilità di uno "sbocco" in prima squadra consente più fiducia e motivazioni sia in noi allenatori sia in particolare nei giocatori che alleniamo, a cui brilleranno sempre gli occhi nel vedere un ragazzo che si allenava dopo di loro che ora gioca partite a livello senior, magari affrontando direttamente il giocatore che fino a poche stagioni fa giocava in Serie A, A2, B1, ecc. ecc. Per il resto, non so sinceramente a che punto siamo o a che punto dovremmo essere, ovvio che la presenza di "progetti" ambiziosi aiutano la crescita dei nostri atleti, grazie alla presenza di una struttura forte che ne segue giorno per giorno lo sviluppo; sono convinto che la competizione/concorrenza (se presa nel giusto modo) aiuti sempre a migliorare il movimento.


7 - Che consigli daresti ad un giovane allenatore che ha tutte le intenzioni per seguire questa difficile strada?
Hai detto bene, la strada è difficile e il momento non è sicuramente il migliore. Se ha tutte le intenzioni vuol dire che non ha problemi a stare in palestra 7-8 ore di fila, a girare Bergamo o addirittura la Lombardia in macchina, a seguire corsi di aggiornamento negli orari più assurdi, e chi più ne ha più ne metta... Questo è un punto di partenza importante che differenzia gli allenatori che hanno passione dagli allenatori che lo fanno solo per riempire il tempo. Un consiglio è sicuramente quello di prendere spunto da gente più esperta, seguendo allenamenti e cercando di cogliere gli aspetti che più vi piacciono, così da creare nel corso del tempo un vostro pensiero ben definito.

8 -  A che punto siamo a Bergamo come qualità di allenatori/istruttori? 
La qualità degli allenatori a Bergamo a mio modesto parere è più che discreta, considerando che rispetto ad altre realtà non c'è una tradizione a livello cestistico radicata nel tempo come magari a Bologna o Varese. Allenatori giovani e di qualità ce ne sono, con umiltà e coraggio si possono raggiungere grandi risultati. Ovvio che se si vuole raggiungere un certo livello (Ciocca, Fioretti, Vanoncini) serve innanzitutto bravura, ma anche la fortuna di trovarsi nel posto giusto al momento giusto, con persone che hanno il "coraggio" di affidarti ruoli importanti, fidandosi delle tue qualità e quindi facendoti lavorare nelle migliori condizioni.

9 - Infine quale è la motivazione che ti porta a continuare ad allenare a livello senior o giovanile?
Fino ad ora sono sempre entrato in palestra con la voglia di fare, e nel momento in cui sono uscito da un allenamento o una partita mi sono sempre posto mille domande nelle ore seguenti... In poche parole, mi inizierò a preoccupare nel momento in cui avrò bisogno di pensare alle motivazioni che mi spingono a fare questo lavoro.