E' il momento di un altro allenatore che ha da sempre lavorato nel settore giovanile Bergamasco:
MARCO BLASIZZA
1 - Hai lavorato per tanti anni nel settore giovanile di diverse società;
come costruire un buon settore giovanile e cosa non deve mancare?
L'esperienza che ho
avuto la fortuna di avere in questo decennio di attività mi porta a pensare che
il presupposto più importante sia la presenza di un responsabile
tecnico/organizzativo, un buon parco allenatori/istruttori con voglia di
passare INSIEME ore e ore in palestra, una dirigenza preparata in ogni aspetto
societario ma soprattutto la volontà ed il forte desiderio d'investire a tutto
tondo (non solo soldi ma anche tempo!) sullo stesso settore giovanile. Senza
impianti e spazi adeguati all'interno di essi, così come la pazienza di saper
aspettare "risultati" prima di tutto dal punto di vista umano e
sociale dopodichè tecnico/sportivi, tutto questo a mio avviso non può essere
concepibile. Ho vissuto avventure davvero di ogni tipo che hanno formato il mio
carattere oltre che la preparazione e l'abitudine a convivere in situazioni
completamente diverse tra loro, ad oggi posso affermare che il mondo femminile
di Ororosa può ergersi ad esempio più che positivo nella gran parte degli
ambiti sopra descritti: la competenza e la professionalità in un mix molto
"famigliare" che ho avuto il piacere di riscontrare da un anno e
mezzo a questa parte, sono cartine tornasole di un movimento in via di sviluppo
che non fa mai il passo più lungo della gamba e soprattutto non punta
esclusivamente a risultati a breve termine. Non finirò mai di ringraziare Nazza
e Guido insieme alla Società per avermi concesso fiducia dopo un'annata
difficile, in special modo sotto il profilo personale, come quella al Mozzo
Basket. Per concludere, il verbo "costruire" è molto significativo in
questa logica, ancora di più lo sono gli interpreti. A grandi nomi non
corrispondono sempre grandi persone...
2 - Come riesci a far capire ai tuoi ragazzi l'importanza di allenarsi
sempre al 100%? Che metodi usi per centrare questo obiettivo?
Sarei molto
presuntuoso ed ipocrita se ti dicessi che c'è una formula unica da mettere in
atto per ottenere il massimo da ogni giocatore e giocatrice. A mio avviso, come
ogni difetto personale, la consapevolezza di ciò che si sta facendo e gli
eventuali autocorrettivi sono la base di ogni miglioramento sia tecnico che
caratteriale. Sono passati anni da quando giovane "urlatore" mi
mangiavo il fegato da solo, l'esperienza maturata al fianco di persone prima
che allenatori mi ha aperto un mondo completamente diverso permettendomi di
crescere insieme ai ragazzi e ragazze che ho allenato. Diciamo che usare un
dialogo più o meno convinto (nei modi ed anche nei toni) per metterli/e di
fronte alla realtà dei fatti/atteggiamenti è la strada che in questo momento mi
rappresenta, trattarli/e come esseri pensanti per poterli/e rendere
consapevoli! Purtroppo tanto è bello per me allenare così, tanto il rischio di
perdersi in troppe "chiacchiere" è alla porta... ma ho avuto e sto avendo
dei buoni maestri! Vorrei anche specificare che il metodo "suicidi,
piegamenti, addominali" lo ritengo veramente mortificante per chi sta in
palestra insieme (e non sotto...) a me. Rispecchia tanto la differenza tra
essere autoritari ed autorevoli...
3 - Come imposti i tuoi allenamenti giornalieri e i tuoi programmi mensili
ed annuali; che aspetti tecnici approfondisci maggiormente?
Non tocco argomenti
specifici perchè rischierei di essere pedante ed inoltre ogni gruppo ha la
propria storia quindi provo a ragionare su concetti più generici. Adoro in modo
smisurato (a volte esagerato) lavorare sulle spaziature e
letture/collaborazioni, in totale controtendenza col basket moderno fatto
d'isolamenti e forzature da parte delle "stelline" della squadra...
vorrei diventare molto più bravo nell'insegnamento del passaggio ma finchè non
avrò la fortuna di aiutare Andrea Schiavi (per me fottuto genio di questo
fondamentale) purtroppo dovrò continuare ad essere autodidatta! Ecco,
probabilmente con Andrea farei a pugni, in modo figurato, per il tempo dedicato
al tiro, fondamentale disastrato e disastroso in quasi ogni mia squadra... In
generale comunque adoro creare problematiche sempre diverse ai ragazzi/e per
cercare di farli/e pensare sacrificando in qualche situazione l'intensità e la
velocità di esecuzione che sono in ogni caso lo step di difficoltà successivo
per un atleta a quel punto consapevole.
Per quanto riguarda la
programmazione invece mi avvalgo dell'esperienza dei responsabili tecnici di
Ororosa e BB14 che consegnano una traccia del lavoro globale ad inizio
stagione. Lo sviluppo poi sul campo è ovviamente di vitale importanza ma la
cosa fondamentale secondo me resta sempre il saper tarare il proprio lavoro non
in base a delle "tabelle" bensì a quel che succede nella realtà
quotidiana. Concludo dicendo che mi lascia un pò perplesso sapere di allenatori
che propongono sempre le stesse cose, forse perchè a me dà molti più stimoli
cercare di mettersi in gioco su concetti sempre nuovi anche se in molti casi si
minano delle certezze/sicurezze che si scoprono quasi al momento insieme ai
giocatori/giocatrici stessi/e.
4 - Il rapporto allenatore-dirigenti e quello tra allenatore-genitori; è
mai stato un problema e se sì come lo hai risolto?
Rispondere a questa
domanda in modo onesto vorrebbe dire rischiare il posto di lavoro o, più
probabile, levarsi sassolini dalle scarpe... problematiche ce ne sono state a
iosa, non avrei potuto fare tutte le esperienze che mi sono capitate se non
fosse stato così... ho cercato sempre di mettere la professionalità al primo
posto finchè il rispetto per la mia persona (non l'allenatore) non è venuto a
mancare, non sono stato un santo ed ho riconosciuto i miei errori col passare
degli anni cercando di migliorarmi anche in questo grazie all'esperienza e la
maturità. Me ne sono capitate di tutti i generi! Facile indicare i peggiori
(Mozzo Basket) per quanto economicamente ancora mi spetterebbe e non solo, più
difficile invece trovare quelli che idealmente sono più vicini alla mia idea di
dirigente perfetto (se mai ne esistesse uno). Me la sbrigo così: chi ha saputo
dar fiducia nei momenti difficili, chi ha creduto in un progetto non dipendente
da risultati intesi come vittorie/sconfitte, chi ha investito tempo nel vedere
il lavoro in palestra e soprattutto chi ha mantenuto una parola data,
economicamente e non, senza fare giochetti motivati da poca trasparenza o
presunta furbizia. In ogni caso sono grato a tutti perchè mi hanno permesso di
fare ciò che più mi piace.
Tema genitori: mettiamo
da parte l'ipocrisia, quelli i cui figli sono bravi e giocano non ti creano mai
problemi (salvo chi pensa di avere il figlio campione a 11 anni)... molto più
complicato invece "giustificare" le proprie scelte agli altri... la
mia soluzione? Trattare tutti allo stesso identico modo (rispetto, disciplina,
atteggiamento), esplicitando però che non sono tutti uguali perchè nello sport
l'obbiettivo è migliorarsi sempre e tutti ci possono arrivare con un percorso
ben identificato ma, secondo me, il fine ultimo resta la SQUADRA. Il bene del
gruppo è la cosa più importante in assoluto, sottolineo anche più importante
dell'obbiettivo personale dell'allenatore! Chi ha orecchie per intendere...
5 - La situazione del basket italiano non è delle più felici; anche a
Bergamo e provincia si sta allo stesso modo?
Credo che Bergamo sia
nella media nazionale d'impoverimento del movimento, vogliamo fare qualità
nonostante i numeri siano inferiori rispetto a qualche anno fa e quindi succede
che ci siano dei "picchi" magari molto alti ma quel che resta al di
sotto è mediocre e livellato verso il basso. Se la Federazione proteggesse gli
interessi dei giocatori italiani cambierebbe poco o nulla, gli stranieri
costano di meno e sono più bravi! Idem le regole degli "under"... se
uno è giovane e bravo dovrebbe giocare comunque anche se non gli si assicura un
posto con una stupida regola. E' un gatto che si morde la coda tra società,
allenatori e giocatori... quando mai si è visto un allenatore esonerato perchè
vinceva senza far giocare i giovani? E quante volte è successo il contrario?
Una società che per sopravvivere deve rispondere ad esigenze di sponsor
(visibilità, vittorie ecc) sta più attenta al progetto o al risultato? Un
giocatore che sa di avere un posto assicurato per regolamento è in grado,
consapevolmente, di dare il massimo per migliorarsi quotidianamente?
Il problema principale
resta l'etica sportiva insita nella nostra società, finchè nessuno farà nulla
per cambiarla non aspettiamoci il cambio epocale che serve...
6 - Il livello del settore giovanile a Bergamo: a che punto siamo e cosa
faresti per incrementare la qualità di crescita?
Ti risponderei con una
domanda: quale metro di giudizio utilizzeresti per valutarlo? I risultati? Il
numero di giocatori d'interesse nazionale? Quanti bergamaschi doc giocano nelle
nostre squadre di punta? Il numero di squadre che disputa campionati eccellenza
ed élite?
Non ho idea a cosa
stavi facendo riferimento ma so qual è la mia idea di qualità nel settore
giovanile e sta andando totalmente in controtendenza con quello che vedo a
livello nazionale: tecnica sacrificata per l'atletismo, talento sacrificato per
la tattica, collettivo sacrificato per l'individuo... se la pallacanestro
prenderà sempre più questa direzione, presto mi dedicherò ad altro senza
problemi.
Vogliamo imitare
stupidamente chi sta al di là dell'oceano senza averne le qualità fisiche,
l'atletismo, la cultura, l'etica ecc...quando abbiamo vicini di
"casa" che ci portano a scuola di tecnica, cattiveria agonistica, spirito
di sacrificio e competizione, intelligenza cestistica!
A Bergamo bisognerebbe
tornare a lavorare sui numeri, sull'entusiasmo e sulla lealtà facendo ALLENARE
i più giovani agli istruttori e allenatori più preparati (pagandoli non come
animatori ma per quanto valgono veramente) affiancati da colleghi meno esperti
ma volenterosi di apprendere con umiltà e passione (e non sto parlando
necessariamente di giovani). Alcune fantastiche realtà sono cresciute nelle
ultime stagioni ed aumentando la "concorrenza" (aggiungo di nuovo
leale) il movimento non può che trarne giovamento.
Ben vengano i tagli ai
costi della politica "parruccona" (che si affida purtroppo sempre
alle solite "facce"), incentivando nuove leve di arbitri e società
che investono il proprio tempo nel settore giovanile e nei centri minibasket in
simbiosi con le scuole stesse (tenere i ragazzi a scuola nel pomeriggio per
fare sport!).
Ed infine introdurre
una sorta di Lega Pallacanestro Bergamasca che racchiuda società con interessi
comuni di solidarietà alla pratica sportiva, educazione e fair play e che
sensibilizzi (anche tramite media competenti e affidabili) il nostro territorio
sull'importanza del nostro sport nelle più grandi tematiche sociali. Il rugby a
livello nazionale ha fatto e fa ancora scuola, perchè la pallacanestro non
potrebbe esserlo nel nostro piccolo?
7 - Che consigli daresti ad un giovane allenatore che ha tutte le
intenzioni per seguire questa difficile strada?
In primis trovarsi
uno/dei maestro/i di cui si ha piena stima (non sempre i migliori sono capaci
di condividere) per crearsi poi un proprio percorso personale dopo aver
"rubato" il più possibile partecipando, chiedendo, essendo curiosi,
informandosi o semplicemente guardando e capendo. La seconda caratteristica è
l'umiltà che per me non deve mai prevedere la parola IO ma sempre NOI, tranne
quando è necessario assumersi la propria responsabilità, non solo merito (di
una sconfitta, di una scelta, di un provvedimento). Ed infine trattare i tuoi
giocatori come vorresti essere trattato tu, sapendo che non ti appartengono ma
li devi preparare a qualsiasi situazione capiti loro di fronte, dal punto di
vista tecnico ed umano.
Per chi volesse
provare a farlo di mestiere, a parte fargli un grande in bocca al lupo, direi
di imparare a dare valore al proprio lavoro senza presunzione ne troppa
modestia. Ma soprattutto cercate di informarvi prima per capire chi avete di
fronte e se è in grado di rispettare promesse e ruoli.
8 - A che punto siamo a Bergamo come qualità di
allenatori/istruttori?
Ho la fortuna di
condividere attualmente esperienze con allenatori/istruttori di qualità umana
superlativa (Guido e Nazza da una parte e tutto lo staff BB14 dall'altra), mi
trovo così bene forse perchè sono molto orgoglioso di quanto sto vivendo e
l'invidia (che ho stupidamente provato verso qualcuno in passato) ha lasciato
totalmente spazio a sentimenti di stima e piacere di stare insieme.
Ho voluto fare questa
premessa perchè in questo momento al di fuori vedo/sento molta invidia,
ipocrisia, presunzione tra i tanti esponenti del nostro movimento e tutto ciò
mi da enormemente fastidio in quanto sostengo ormai da tempo che la qualità
tecnica è davvero alta ma non va di pari passo con quella umana.
Un collega ad inizio
ottobre si è permesso di sfogare la sua invidia ed il suo malumore sulla carta
stampata locale definendo "inadeguato" il nostro livello di
preparazione, ennesima prova della nostra "guerra tra poveri" che a
mio modo di vedere continua a ritorcersi soltanto contro i nostri ragazzi. Se
non si riesce ad essere obbiettivi di fronte a delle realtà evidenti forse
meglio tacere, ma soprattutto un pò di sana autocritica (per chi allena solo
per guadagnare sui parametri o chi per troppo narcisismo nega esperienze
diverse, non necessariamente migliori, ai propri atleti) sarebbe il caso di
farsela una volta ogni tanto invece che guardare sempre al parquet del
vicino...
Anche in questo caso
una sequela di regole stupide di gioco (sostituzioni, zona, blocchi ecc)
inventate per controllare i furbi, hanno solo contribuito ad aumentare tutto
quel che ho detto prima! Inutile chiedere ai nostri ragazzi di essere onesti e
leali se poi siamo i primi ad usare mezzucci pur di ottenere un risultato.
Iniziamo piuttosto a dare il buon esempio ed i furbi si auto emargineranno
(oppure si compreranno le società, si autoproclameranno responsabili tecnici
e/o allenatori, faranno blocchi e zone varie per accedere a fantomatici gironi
gold...) così da essere l'eccezione e non la regola!
9 - Infine quale è la motivazione che ti porta a continuare ad allenare a
livello senior o giovanile?
Arriva ad un certo
punto il momento in cui devi fare una scelta, soprattutto una volta che hai
acquisito una certa esperienza e ti ritrovi a fare dei ragionamenti da persona
matura che non avevi mai preso in considerazione. In qualche occasione quel
momento per me è stato vicino ma la volontà di continuare a fare ciò che amo
combinata alla fiducia e stima di chi mi ha chiesto di allenare nella sua
società hanno fatto sì che io sia ancora in ballo.
Chi pensa che questa
situazione per me sia automatica si sbaglia, e di grosso! I compromessi sono
all'ordine del giorno ed io, per (brutto) carattere, faccio molta fatica a
digerirli... quindi per rispondere alla tua domanda direi che la motivazione
che mi porta a continuare ad allenare è che riesco ancora a fare ciò che mi
piace a modo mio, mettendomi a disposizione di chi sta in palestra con me e
cercando di mettermi sempre in discussione sia come persona che come
allenatore. Quando alla fine di una partita/allenamento/torneo/amichevole
smetterò di chiedermi "dove ho sbagliato" e "cosa potevo fare di
meglio"... forse sarà il momento di passare il testimone.
Un ringraziamento
particolare a chi vorrà condividere con me (blasocoach@gmail.com)
la presente chiacchierata confrontandosi in tutta serenità pur essendo in
disaccordo. Buon Natale e l'augurio di un 2015 ricco di salute e felicità a
voi, a chi mi ha già sopportato e supportato e vorrà farlo condividendo con me
lo stesso spirito di sempre!