giovedì 20 novembre 2014

...TRA GLI ALLENATORI BERGAMASCHI
RAFFAELE BRAGA

Iniziamo con questa prima intervista un "tour" attraverso le realtà degli allenatori di Bergamo e provincia; intervista che contiene sicuramente spunti e cose importanti su quello che è il mondo della pallacanestro giovanile in generale e perchè no, bergamasca.

Che possa essere questa iniziativa un piccolo contributo di crescita per i giovani allenatori...


BRAGA RAFFAELE - 

1 - Hai lavorato per tanti anni nel settore giovanile di Bluorobica; come costruire un buon settore giovanile e cosa non deve mancare?
Ci vorrebbe un libro per trattare questo argomento! Premettendo che il fattore economico ha certamente rilievo per fare della qualità, penso che l'importanza maggiore sia nella programmazione societaria che và di pari passo a quella degli allenatori stessi. 
Penso vivamente nella "missione" del coach, che a livello giovanile deve muoversi con l'obiettivo fisso di creare giocatori di un livello consono, se non superiore, alle potenzialità fisiche/tecniche del singolo ragazzo. Inutile dirlo che negli anni, la Bluorobica si è creata un nome soprattutto per i risultati, con raggiungimento di finali nazionali e titoli regionali. La conseguenza ovvia è stato un reclutamento più ampio e agevole anche fuori dalla provincia. 
Questa società è nata 10 anni fa, ed ha avuto allenatori di spessore come il buon Raffaele Martini e Andrea Schiavi, salvo poi nel corso degli anni crearsi in casa giovani allenatori come il sottoscritto. Il periodo storico non facile ha dato a molti apprendisti coach una grande possibilità di crescere bruciando le tappe, spinti una passione smisurata per questo sport. Vi assicuro che per quello che comporta stare a questo livello, la retribuzione, nella maggior parte dei casi, è ridicola se pensata in proporzione ad un livello inferiore. Chiudo sottolineando che il rapporto umano è alla base di qualsiasi attività giovanile, e gli equilibri in un sistema simile al nostro devono essere chiari a tutti, e non nego, che spesso è più facile che vengano compresi dai ragazzi stessi, che dai genitori. La trasparenza dei vari progetti individuali all'interno di un contesto squadra è indispensabile, in caso questo non avvenga cade tutto. 

2 - Come riesci a far capire ai tuoi ragazzi l'importanza di allenarsi sempre al 100%? Che metodi usi per centrare questo obiettivo? 
La mia prima richiesta sul campo è l'atteggiamento. Al giorno d'oggi il problema principale dei ragazzi è la mancanza di ciò, a scuola, in famiglia e ovviamente anche nello sport. Il sano principio di non sprecare tempo e dare il 100% in ogni singola cosa che si fa è stato reso negli anni una qualità eccezionale e assai rara. Spesso mi capita di confrontarmi con altri allenatori, e la poca "fame" oppure la debolezza morale di molti giovani atleti ne condizionano la crescita in maniera esponenziale. La metodologia per perseguire in questa crescita varia da giocatore a giocatore, rispettando comunque le regole che un gruppo di lavoro deve assolutamente avere. 
Iniziando ad allenare molto presto e avendo già avuto anche un esperienza fra i senior, sono convinto che il rapporto che si crea durante gli allenamenti deve essere completamente diversificato rispetto a quello che si ha fuori dal campo. Ho sentito spesso e condivido appieno che l'allenatore ha il bisogno di prendere le sembianze di un attore per far recepire meglio concetti ai ragazzi. Anche la predisposizione alla fatica và allenata, ed esattamente come le capacità motorie di base, dovrebbero essere presa in maggior considerazione a livello Minibasket. Il come si sta in palestra fa parte dell'educazione fondamentalmente, e bisogna insegnarla fin dalla tenera età inserendola sottoforma di gioco, non ovviamente come punizione. 

3 - Come imposti i tuoi allenamenti giornalieri e i tuoi programmi mensili ed annuali; che aspetti tecnici approfondisci maggiormente?
Il programma tecnico in Bluorobica è assai cambiato nel corso degli anni. Fino a due stagioni fa, con la presenza di Andrea Schiavi protagonista direttamente sul campo con i 2/3 gruppi principali, erano gli altri gruppi a dover seguire alla lettere principi e concetti dettati dal responsabile tecnico. Inutile dirlo che la difficoltà è stata spesso quella del balzo di alcuni giocatori alle categorie superiori (DNG e 1^ squadra), in quanto abituati ad un sistema assai differente rispetto a quello che viene insegnato dalla maggior parte degli allenatori. Ora, si cerca di portare avanti un progetto omogeneo, a scendere dalla Blubasket Treviglio fino ad arrivare agli Under13. Ovvio che non si tratta di giochi o situazioni, ma di principi veri e propri. Quest'anno, allenando sia il gruppo Under17 che Under15, e organizzando il programma settimanale di tutta l'attività del settore giovanile, scrivo gli allenamenti in base al mio programma annuale di massima, alla disponibilità di giocatori (devo fare i conti alle richieste della DNG) e ovviamente anche in base agli impegni. Solitamente nel gruppo più grande, potendo contare su 4 allenamenti più la partita del giovedì, ho la disponibilità del preparatore atletico nella prima ora del lunedì e del venerdì. Nelle restanti ore, curo qualche aspetto tattico. Mi piace costruire da situazioni semplici dall' 1vs0 (fondamentali) 2vs0 fino al 5vs5 dei giochi o delle situazioni delle squadre avversarie che andremo ad incontrare, per poi montarci principi difensivi che in una squadra Under17 Eccellenza non devono mancare. Nella giornata di martedì solitamente è prioritario il ritmo, curando magari un aspetto analizzato in fase di riscaldamento. Abusiamo di situazioni di 3vs3/4vs4 "invertire" con principi di transizione e giochi, in tutte le salse (spunti importanti da esercizi di Schiavi). Solitamente, prima del 4vs4/5vs5 finale inserisco delle gare di tiro per poter dare del recupero attivo ai ragazzi.  Infine, nella giornata di mercoledì, dopo la fase di routine di riscaldamento (percorso di una decina di minuti del preparatore condotta dal capitano) tanto 5vs0 e 5vs5 con una parte di tiro immancabile nell'ultima mezz'ora. Con il gruppo più piccolo organizzo la settimana su 3 allenamenti e 2 partite (campionato Under 17 Provinciale e Under15 Eccellenza). Potendo contare su un gruppo dal discreto talento ma assai indietro a livello di principi (spaziature, tempi nelle collaborazioni semplici) e prontezza, una volta che gli ho conosciuti, ho dovuto fare numerosi passi indietro a livello di programmazione. Molti giochini che solitamente si possono vedere anche al Minibasket, ma con obiettivi chiari e semplici. Attualmente non ho giochi, ma tante letture di spaziature su penetra e scarica inserendo un interno in situazione di transizione. Ovviamente sulla falsa riga del lavoro svolto "al piano di sopra". Piccola parentesi sul lavoro che svolgiamo... Prima di ogni allenamento ci mettiamo a disposizione per un lavoro di fondamentali specializzato, che può essere con i lunghi o magari sugli esterni. In più ci aiutiamo molto con la tecnologia usufruendo di video e analisi dei match giocati. Credo sia indispensabile per la crescita, visto che uno dei limiti principali dei giovani di oggi è che vedono davvero troppa poco pallacanestro, avendo così difficoltà a riconoscere vantaggi e leggere poi direttamente sul campo! Invito chiunque a farlo... 





4 - Il rapporto allenatore-dirigenti e quello tra allenatore-genitori; è mai stato un problema e se sì come lo hai risolto?
L'ambiente dei settori giovanili eccellenza sono differenti. Da noi, attualmente non ci sono professionisti (esclusi quelli che lavorano a stretto contatto con la Legadue Silver), ma non nego che da altre parti lo stesso lavoro venga svolto da allenatori di curriculum, ben stipendiati. Il mio ruolo di responsabile organizzativo mi "costringe" a rapportarmi spesso con i dirigenti, e, avendo comunque molte responsabilità, non mi tiro mai indietro, facendomi spesso portavoce anche di problematiche o necessità di altri nostri allenatori. Ho sempre chiesto chiarezza, trasparenza, ma allo stesso tempo chiedo la tranquillità indispensabile per svolgere al meglio il lavoro in palestra. Dall'altro lato so bene che, avendo a che fare con dei ragazzi, mai e mai il sottoscritto farà mezzo passo indietro. Un altro campo molto delicato è il rapporto con i genitori. Non nego di prediligere un rapporto diretto con i ragazzi, sia nelle comunicazioni che nelle problematiche di tutti i giorni. Ai miei ragazzi chiedo autonomia totale sull'organizzazione dei propri impegni, maturando non solo nello sport ma nella vita in generale. In più esigo che si faccia una esame di coscienza costante, esattamente come sono abituato io, paranoico di natura e maniaco della programmazione. Spesso son stato compreso ed ammirato, mentre altre volte son passato per antipatico, ma credo che i genitori debbano stare nel loro. Mettersi in gioco vale anche per loro, capire determinate scelte, evitando preconcetti sbagliati spinti dall'amore per un figlio può far crescere anche loro! Perché no? Infine, non vi nego che quando mi son reso conto di aver sbagliato, le scuse non sono mancate direttamente al ragazzo, ed il rapporto non può che essersi rafforzato! 

5 - La situazione del basket italiano non è delle più felici; anche a Bergamo e provincia si sta allo stesso modo? 
Seguo tutti i campionati, sono un invasato che la domenica sera si guarda tutti i tabellini dalla Seria A alla Promozione, ogni girone di ogni categoria. Il basket bergamasco sta vivendo un periodo di transizione, anche se non so dove si andrà a finire. Sono di Treviglio e sono cresciuto in un ambiente abbastanza consolidata negli anni (20 stagioni di B1, con giovanili di buonissimo livello e qualche stagione nell'ambito femminile), ed ora mi trovo a vivere in un contesto più ampio, dove in città la nascita di un nuovo progetto importante, oltre mettere a pressione apre a nuovi e infiniti scenari. Le persone a capo delle società in provincia sono sempre le stesse, parlate con uno che ha buonissimi rapporti con tutti curando un portale che tratta proprio la pallacanestro bergamasca e dando visibilità a iniziative e progetti per aumentare il seguito al nostro movimento. Sinceramente, in questo periodo storico suggerirei a tutte le società di mettersi in gioco, c'è bisogno di idee nuove e progetti interessanti per avvicinare i giovani a questo meraviglioso sport e perchè no, a nuove figure di riferimento! 

6 - Il livello del settore giovanile a Bergamo: a che punto siamo e cosa faresti per incrementare la qualità di crescita? 
Mi capita di guardare molte partite nell'ambito provinciale e, mettendomi anche in cattiva luce, stiamo lavorando in maniera mediocre. Il livello è basso, vedo tantissima difesa zona, tantissima tattica e davvero poco insegnamento dei fondamentali. La pallacanestro è cambiata nel corso degli anni, ma sarebbe davvero bello ritornare alla semplicità, prediligendo i gesti tecnici e l'intensità a collaborazioni difensive/offensive difficili che in partita possono dare il loro frutto sfruttando i limiti degli avversari, e non le qualità dei ragazzi che si hanno a disposizione. Sogno che in tutte le squadre dei campionati regionali possano esserci 3/4 elementi cresciuti nei propri vivai, sarebbe un risparmio importante a livello di parametri e un bello spot in qualsiasi paese per avvicinare i giovani. 






7 - che consigli daresti ad un giovane allenatore che ha tutte le intenzioni per seguire questa difficile strada?
Sposo in pieno la teoria che si può imparare da tutti, ed il confronto deve essere una parte importante ed indispensabile per qualsiasi allenatore. In tal senso, augurerei a chiunque di fare qualche stagione da assistente ad Andrea Schiavi, ogni suo singolo esercizio è spunto per pensieri e discussioni. Amo guardare allenamenti di altri coach o istruttori e pormi delle domande, penso sia una delle mie forze e invito tutti i giovani allenatori a farlo. Non a caso in questa stagione mi sta mancando non avere un ruolo di assistente.

8 -  A che punto siamo a Bergamo come qualità di allenatori/istruttori? 
Penso che abbiamo istruttori di rilievo su tutto il territorio, e parlo prettamente per i valori tecnici messi sul campo. So bene che al giorno d'oggi, un istruttore che porta qualche quota in più in entrata alla società ha importanza maggiore. Ed esattamente sulla stessa linea, penso che un allenatore che costa meno sia meglio visto dai dirigenti. In tal caso non nego che, in un altro periodo storico, il mio ruolo potesse essere in mano ad un coach con maggiore esperienza e maggiori capacità. Tramite questa domanda, vorrei prendere spunto per elogiare la presenza di una nuova generazione di allenatori di assoluto valore, cresciuta in ambito provinciale e vogliosa di imparare. Loro devono essere la nostra forza, e le società hanno il dovere di dare loro possibilità di sbagliare, crescere e mettersi in luce. Ettore Messina ha riconosciuto che senza un presidente che gli dava in mano una Virtus Bologna all'età di 30 anni, oggi non sarebbe l'assistente di Popovich! 

9 - Infine quale è la motivazione che ti porta a continuare ad allenare a livello senior o giovanile?
Ho passione ed ora come ora non riuscirei fare a meno dei rapporti e della sintonia che si crea con tutte le persone che amano questo sport e ne condividono la sua magia. Tutto, nell'ambito giovanile, viene amplificato ancora di più, Al nostro livello non esistono bandiere fra noi allenatori, di questo ne sono sicuro,e  penso che sta a noi cambiare le cose, anche se il potere è spesso in mano a qualcun'altro. Con l'andare delle stagioni si porteranno dietro vittorie, sconfitte ma so bene che quello che conta davvero è altro. Ho visto crescere atleti che sono arrivati in alto (e non si fermeranno), i miei ragazzi hanno vinto titoli regionali e partecipato a numerosi finali nazionali, ma la più grande soddisfazione che ho avuto fino ad ora è stato un campionato provinciale vinto. Sia chiaro, in panchina non c'ero io ad allenare, ma i ragazzi protagonisti giocavano da qualche stagione, ed il loro primo giorno con la palla a spicchi era il mio primo da allenatore!