Allenatrice e soprattutto una vita per la preparazione fisica:
Betty Lucchini
1 - Hai lavorato per tanti anni nel settore giovanile di diverse società Varese, Albino, Bergamo Bluorobica come costruire un buon settore giovanile e cosa non deve mancare?
Betty Lucchini
1 - Hai lavorato per tanti anni nel settore giovanile di diverse società Varese, Albino, Bergamo Bluorobica come costruire un buon settore giovanile e cosa non deve mancare?
Sono
convinta che principalmente si debbano determinare i presupposti per lo
svolgimento dell’attività societaria in funzione di obiettivi chiari,
condivisi, predefiniti, a breve e lungo termine : sono il propulsore di
progetti sportivi articolati ovvero delle strategie, staff tecnico
(responsabile tecnico, allenatori, preparatori fisici, ecc.) altamente
qualificato, solidità economica e reclutamento.
2
- Come riesci a far capire ai tuoi ragazzi l'importanza di allenarsi sempre al
100%? Che metodi usi per centrare questo obiettivo?
La
chiave del successo va ricercata nella meccanica di esecuzione. La meccanica di
esecuzione è la semplicità. E’ sempre
più facile eseguire una cosa semplice e ricordarla. Premesso che il giocatore
di settore giovanile più forte non è quello che fa le cose più complicate, ma
quello che esegue meglio le cose più semplici, sembra logico dire anche che un
sistema di gioco semplice aiuta anche a migliorare il buon giocatore. E’ importante
che l’insegnamento
sia effettuato per gradi, che si abbia cura di insegnare principalmente i fondamentali,
che si presti molta attenzione alle correzioni, che si sviluppi la passione per
la pallacanestro e la mentalità di lavoro, e che si
dia gratificazione agli sforzi che si chiedono ai giovani. Proprio per questo
motivo ci deve essere un agire responsabile che fa perno sul valore base e
prioritario dello sviluppo globale ed armonico della personalità dell’individuo
e non soltanto la parziale presa in considerazione delle doti cestistiche, questo
al fine di evitare che i delicatissimi meccanismi di crescita psico fisica,
tipici dell’adolescenza,
possano subire deviazioni o traumi.
3
- Come imposti i tuoi allenamenti giornalieri e i tuoi programmi mensili ed
annuali; che aspetti tecnici approfondisci maggiormente?
La
programmazione a lunga scadenza viene fatta in collaborazione con la società per
la quale si opera. Quest’ultima darà all’allenatore
un indirizzo generale da seguire e gli obiettivi che si prefigge. Il coach è responsabile
dell’attuazione
della politica impostata dalla società e deve condividerne
gli obiettivi . Per cui credo che debba esistere un responsabile tecnico al
quale si debba far riferimento senza il quale si creerebbe soltanto un clima di
tensione e confusione generale "tutti possono parlare e nessuno può decide"...
Il coach e il preparatore di settore giovanile devono saper valutare il
materiale umano a loro disposizione, e saper impostare la programmazione in
conseguenza del valore attuale del gruppo, capendo fin dove può arrivare. Credo
profondamente nel lavoro sulle capacità coordinative e condizionali combinate
seguendo le fasi sensibili, attraverso i principi della multilateralità e della polivalenza,
senza strafare altrimenti poi non si riesce a lavorare sul movimento tecnico
correttamente
4
- Il rapporto allenatore-dirigenti e quello tra allenatore-genitori; è mai
stato un problema e se sì come lo hai risolto?
Credo
fermamente che la coerenza e la collaborazione, tra società ed allenatori non
dovrebbero mai mancare, anche perché si creerebbero sin dall’inizio
delle negatività che condizionerebbero di gran lunga l’intero
percorso del settore giovanile concordato insieme all'inizio della programmazione.
Ho
sempre cercato di veicolare i genitori particolarmente problematici e con
cattiva influenza sul miglioramento del proprio figlio, come una risorsa e non
come un problema parlando con loro per
renderli coscienti dei propri errori.
5
- La situazione del basket italiano non è delle più felici; anche a Bergamo e
provincia si sta allo stesso modo?
Credo
che il problema più grande è che si
investe poco nel settore giovanile mentre la scappatoia più semplice è tesserare e “far giocare” i comunitari. Quindi si
vedono squadre calcare i parquet giocatori stranieri non provenienti da noi
vivai spaziando dalle serie C alla divisione nazionale.
Tutto
dipende dalla motivazione che ha la dirigenza di una società, dagli obiettivi
che si pone e dal tempo in cui si mantengono le cariche. Capita spesso che l’ambizione
e la fretta dei dirigenti portino gli investimenti in direzione della prima
squadra, impoverendo le risorse naturali.
6
- Il livello del settore giovanile a Bergamo: a che punto siamo e cosa faresti
per incrementare la qualità di crescita?
Negli
ultimi anni poche società hanno creduto veramente nella politica dei giovani e
che vantano una organizzazione efficiente nel settore giovanile.
Spesso ci si scontra con delle difficoltà notevoli: mancano il personale
direttivo, istruttori, attrezzature, infrastrutture. La società che
decide di puntare sui giovani dovrà investire una disponibilità finanziaria che
dovrà garantire per un periodo che va almeno da tre a cinque anni, il tempo
minimo necessario per attuare il progetto. Il compito essenziale del settore
giovanile, oltre a formare degli uomini corretti, leali e rispettosi, è anche
quello di fornire dei giocatori di livello adatti a giocare in prima squadra.
Anche il tecnico della prima squadra dovrà essere coinvolto nel progetto,
cercando di occuparsi della crescita e della valorizzazione dei giovani atleti
che si formano in seno alla società. Da questa interazione si capisce come una
società deve contare su persone competenti, preparate, esperte, motivate e che
sappiano indirizzare le risorse in direzione del compimento di una struttura in
grado di auto – sostenersi, grazie ai prodotti del proprio vivaio. La società sportive
dovrà quindi tener conto del personale da coinvolgere, selezionandolo accuratamente,
che abbia la capacità di trasferire la fiducia del progetto ai ragazzi,
soggetti principali dell’attività, e nei primi anni di pratica sportiva anche
ai genitori.
7 -
Che consigli daresti ad un giovane allenatore che ha tutte le intenzioni per
seguire questa difficile strada?
Beh
innanzitutto gli consiglieri di costruire una relazione con gli atleti e con lo
staff, di imparare a comunicare in maniera ottimale, di essere consapevole di
fare delle scelte e prendere delle decisioni, di motivare costantemente attraverso
una capacità di programmazione e progettazione consapevole; inoltre dovrà essere
in grado di svolgere una mediazione tra
le esigenze degli atleti e quelle della
prestazione sportiva, nel rispetto della sicurezza e del benessere ed
integrità delle persone di cui si prende carico.
8
- A che punto siamo a Bergamo come
qualità di allenatori/istruttori?
Credo
che il livello sia abbastanza alto i giovani hanno sete di basket mentre i
vecchi hanno voglia di mettere a disposizione la loro esperienza.
9
- Infine quale è la motivazione che ti porta a continuare ad allenare a livello
senior o giovanile?
Credo
che l’amore
più grande sia quello di chi sacrifica parte di sé per ciò che ama.
Trasmettere entusiasmo ad un giovane giocatore significa creare la base su cui
fondare l’apprendimento
cestistico. Accompagnare i giovani nel cammino sportivo è scelta coraggiosa e
forte.
Personalmente
ritengo che debbano essere riscoperti valori umani e morali che, purtroppo, la
società di oggi e lo stile di vita hanno condizionato ed, in certi casi,
nascosto.
Umiltà,
determinazione e rispetto, educazione ed ordine sono i presupposti su cui si
basa il concetto di crescita, sia dal punto di vista del basket che umano. Il
sorriso di chi ci circonda, una buona parola, una stretta di mano spesso
valgono più di cento parole.
Chiudo
questa intervista con questa considerazione personale : Lo scopo principale
dell’attività sportiva giovanile dovrebbe essere quello di sviluppare i
presupposti delle prestazioni agonistiche in una fase di specializzazione successiva,
le competizioni in età giovanile dovrebbero essere concepite come un mezzo e
non come un fine. Betty Lucchini