martedì 13 gennaio 2015

... TRA GLI ALLENATORI (E PREPARATORI) BERGAMASCHI
BETTY LUCCHINI

Allenatrice e soprattutto una vita per la preparazione fisica: 
Betty Lucchini



1 - Hai lavorato per tanti anni nel settore giovanile di diverse società Varese, Albino, Bergamo Bluorobica come costruire un buon settore giovanile e cosa non deve mancare?
Sono convinta che principalmente si debbano determinare i presupposti per lo svolgimento dell’attività societaria in funzione di obiettivi chiari, condivisi, predefiniti, a breve e lungo termine : sono il propulsore di progetti sportivi articolati ovvero delle strategie, staff tecnico (responsabile tecnico, allenatori, preparatori fisici, ecc.) altamente qualificato, solidità economica e reclutamento.

2 - Come riesci a far capire ai tuoi ragazzi l'importanza di allenarsi sempre al 100%? Che metodi usi per centrare questo obiettivo?
La chiave del successo va ricercata nella meccanica di esecuzione. La meccanica di esecuzione è la semplicità. Esempre più facile eseguire una cosa semplice e ricordarla. Premesso che il giocatore di settore giovanile più forte non è quello che fa le cose più complicate, ma quello che esegue meglio le cose più semplici, sembra logico dire anche che un sistema di gioco semplice aiuta anche a migliorare il buon giocatore. Eimportante che linsegnamento sia effettuato per gradi, che si abbia cura di insegnare principalmente i fondamentali, che si presti molta attenzione alle correzioni, che si sviluppi la passione per la pallacanestro e la mentalità di lavoro, e che si dia gratificazione agli sforzi che si chiedono ai giovani. Proprio per questo motivo ci deve essere un agire responsabile che fa perno sul valore base e prioritario dello sviluppo globale ed armonico della personalità dellindividuo e non soltanto la parziale presa in considerazione delle doti cestistiche, questo al fine di evitare che i delicatissimi meccanismi di crescita psico fisica, tipici delladolescenza, possano subire deviazioni o traumi.

3 - Come imposti i tuoi allenamenti giornalieri e i tuoi programmi mensili ed annuali; che aspetti tecnici approfondisci maggiormente?
La programmazione a lunga scadenza viene fatta in collaborazione con la società per la quale si opera. Questultima darà allallenatore un indirizzo generale da seguire e gli obiettivi che si prefigge. Il coach è responsabile dellattuazione della politica impostata dalla società e deve condividerne gli obiettivi . Per cui credo che debba esistere un responsabile tecnico al quale si debba far riferimento senza il quale si creerebbe soltanto un clima di tensione e confusione generale "tutti possono parlare e nessuno può decide"... Il coach e il preparatore di settore giovanile devono saper valutare il materiale umano a loro disposizione, e saper impostare la programmazione in conseguenza del valore attuale del gruppo, capendo fin dove può arrivare. Credo profondamente nel lavoro sulle capacità coordinative e condizionali combinate seguendo le fasi sensibili, attraverso i principi  della multilateralità e della polivalenza, senza strafare altrimenti poi non si riesce a lavorare sul movimento tecnico correttamente



4 - Il rapporto allenatore-dirigenti e quello tra allenatore-genitori; è mai stato un problema e se sì come lo hai risolto?
Credo fermamente che la coerenza e la collaborazione, tra società ed allenatori non dovrebbero mai mancare, anche perché si creerebbero sin dallinizio delle negatività che condizionerebbero di gran lunga lintero percorso del settore giovanile concordato insieme all'inizio della programmazione.
Ho sempre cercato di veicolare i genitori particolarmente problematici e con cattiva influenza sul miglioramento del proprio figlio, come una risorsa e non come un problema  parlando con loro per renderli coscienti dei propri errori.

5 - La situazione del basket italiano non è delle più felici; anche a Bergamo e provincia si sta allo stesso modo?
Credo che il problema più grande è che  si investe poco nel settore giovanile mentre la scappatoia più semplice è tesserare  e “far giocare” i comunitari. Quindi si vedono squadre calcare i parquet giocatori stranieri non provenienti da noi vivai spaziando dalle serie C alla divisione nazionale.
Tutto dipende dalla motivazione che ha la dirigenza di una società, dagli obiettivi che si pone e dal tempo in cui si mantengono le cariche. Capita spesso che l’ambizione e la fretta dei dirigenti portino gli investimenti in direzione della prima squadra, impoverendo le risorse naturali.

6 - Il livello del settore giovanile a Bergamo: a che punto siamo e cosa faresti per incrementare la qualità di crescita?
Negli ultimi anni poche società hanno creduto veramente nella politica dei giovani e che vantano una organizzazione efficiente nel settore giovanile.
Spesso ci si scontra con delle difficoltà notevoli: mancano il personale direttivo, istruttori, attrezzature, infrastrutture. La società che decide di puntare sui giovani dovrà investire una disponibilità finanziaria che dovrà garantire per un periodo che va almeno da tre a cinque anni, il tempo minimo necessario per attuare il progetto. Il compito essenziale del settore giovanile, oltre a formare degli uomini corretti, leali e rispettosi, è anche quello di fornire dei giocatori di livello adatti a giocare in prima squadra. Anche il tecnico della prima squadra dovrà essere coinvolto nel progetto, cercando di occuparsi della crescita e della valorizzazione dei giovani atleti che si formano in seno alla società. Da questa interazione si capisce come una società deve contare su persone competenti, preparate, esperte, motivate e che sappiano indirizzare le risorse in direzione del compimento di una struttura in grado di auto – sostenersi, grazie ai prodotti del proprio vivaio. La società sportive dovrà quindi tener conto del personale da coinvolgere, selezionandolo accuratamente, che abbia la capacità di trasferire la fiducia del progetto ai ragazzi, soggetti principali dell’attività, e nei primi anni di pratica sportiva anche ai genitori.


7 - Che consigli daresti ad un giovane allenatore che ha tutte le intenzioni per seguire questa difficile strada?
Beh innanzitutto gli consiglieri di costruire una relazione con gli atleti e con lo staff, di imparare a comunicare in maniera ottimale, di essere consapevole di fare delle scelte e prendere delle decisioni, di motivare costantemente attraverso una capacità di programmazione e progettazione consapevole; inoltre dovrà essere in grado di  svolgere una mediazione tra le esigenze degli atleti e quelle della  prestazione sportiva, nel rispetto della sicurezza e del benessere ed integrità delle persone di cui si prende carico.

8 -  A che punto siamo a Bergamo come qualità di allenatori/istruttori?
Credo che il livello sia abbastanza alto i giovani hanno sete di basket mentre i vecchi hanno voglia di mettere a disposizione la loro esperienza.

9 - Infine quale è la motivazione che ti porta a continuare ad allenare a livello senior o giovanile?
Credo che lamore più grande sia quello di chi sacrifica parte di sé per ciò che ama. Trasmettere entusiasmo ad un giovane giocatore significa creare la base su cui fondare lapprendimento cestistico. Accompagnare i giovani nel cammino sportivo è scelta coraggiosa e forte.
Personalmente ritengo che debbano essere riscoperti valori umani e morali che, purtroppo, la società di oggi e lo stile di vita hanno condizionato ed, in certi casi, nascosto.
Umiltà, determinazione e rispetto, educazione ed ordine sono i presupposti su cui si basa il concetto di crescita, sia dal punto di vista del basket che umano. Il sorriso di chi ci circonda, una buona parola, una stretta di mano spesso valgono più di cento parole.

Chiudo questa intervista con questa considerazione personale : Lo scopo principale dell’attività sportiva giovanile dovrebbe essere quello di sviluppare i presupposti delle prestazioni agonistiche in una fase di specializzazione successiva, le competizioni in età giovanile dovrebbero essere concepite come un mezzo e non come un fine.  Betty Lucchini