venerdì 19 dicembre 2014

... TRA GLI ALLENATORI BERGAMASCHI:
MARCO BLASIZZA

E' il momento di un altro allenatore che ha da sempre lavorato nel settore giovanile Bergamasco: 
MARCO BLASIZZA


1 - Hai lavorato per tanti anni nel settore giovanile di diverse società; come costruire un buon settore giovanile e cosa non deve mancare?
L'esperienza che ho avuto la fortuna di avere in questo decennio di attività mi porta a pensare che il presupposto più importante sia la presenza di un responsabile tecnico/organizzativo, un buon parco allenatori/istruttori con voglia di passare INSIEME ore e ore in palestra, una dirigenza preparata in ogni aspetto societario ma soprattutto la volontà ed il forte desiderio d'investire a tutto tondo (non solo soldi ma anche tempo!) sullo stesso settore giovanile. Senza impianti e spazi adeguati all'interno di essi, così come la pazienza di saper aspettare "risultati" prima di tutto dal punto di vista umano e sociale dopodichè tecnico/sportivi, tutto questo a mio avviso non può essere concepibile. Ho vissuto avventure davvero di ogni tipo che hanno formato il mio carattere oltre che la preparazione e l'abitudine a convivere in situazioni completamente diverse tra loro, ad oggi posso affermare che il mondo femminile di Ororosa può ergersi ad esempio più che positivo nella gran parte degli ambiti sopra descritti: la competenza e la professionalità in un mix molto "famigliare" che ho avuto il piacere di riscontrare da un anno e mezzo a questa parte, sono cartine tornasole di un movimento in via di sviluppo che non fa mai il passo più lungo della gamba e soprattutto non punta esclusivamente a risultati a breve termine. Non finirò mai di ringraziare Nazza e Guido insieme alla Società per avermi concesso fiducia dopo un'annata difficile, in special modo sotto il profilo personale, come quella al Mozzo Basket. Per concludere, il verbo "costruire" è molto significativo in questa logica, ancora di più lo sono gli interpreti. A grandi nomi non corrispondono sempre grandi persone...

2 - Come riesci a far capire ai tuoi ragazzi l'importanza di allenarsi sempre al 100%? Che metodi usi per centrare questo obiettivo?
Sarei molto presuntuoso ed ipocrita se ti dicessi che c'è una formula unica da mettere in atto per ottenere il massimo da ogni giocatore e giocatrice. A mio avviso, come ogni difetto personale, la consapevolezza di ciò che si sta facendo e gli eventuali autocorrettivi sono la base di ogni miglioramento sia tecnico che caratteriale. Sono passati anni da quando giovane "urlatore" mi mangiavo il fegato da solo, l'esperienza maturata al fianco di persone prima che allenatori mi ha aperto un mondo completamente diverso permettendomi di crescere insieme ai ragazzi e ragazze che ho allenato. Diciamo che usare un dialogo più o meno convinto (nei modi ed anche nei toni) per metterli/e di fronte alla realtà dei fatti/atteggiamenti è la strada che in questo momento mi rappresenta, trattarli/e come esseri pensanti per poterli/e rendere consapevoli! Purtroppo tanto è bello per me allenare così, tanto il rischio di perdersi in troppe "chiacchiere" è alla porta... ma ho avuto e sto avendo dei buoni maestri! Vorrei anche specificare che il metodo "suicidi, piegamenti, addominali" lo ritengo veramente mortificante per chi sta in palestra insieme (e non sotto...) a me. Rispecchia tanto la differenza tra essere autoritari ed autorevoli...

3 - Come imposti i tuoi allenamenti giornalieri e i tuoi programmi mensili ed annuali; che aspetti tecnici approfondisci maggiormente?
Non tocco argomenti specifici perchè rischierei di essere pedante ed inoltre ogni gruppo ha la propria storia quindi provo a ragionare su concetti più generici. Adoro in modo smisurato (a volte esagerato) lavorare sulle spaziature e letture/collaborazioni, in totale controtendenza col basket moderno fatto d'isolamenti e forzature da parte delle "stelline" della squadra... vorrei diventare molto più bravo nell'insegnamento del passaggio ma finchè non avrò la fortuna di aiutare Andrea Schiavi (per me fottuto genio di questo fondamentale) purtroppo dovrò continuare ad essere autodidatta! Ecco, probabilmente con Andrea farei a pugni, in modo figurato, per il tempo dedicato al tiro, fondamentale disastrato e disastroso in quasi ogni mia squadra... In generale comunque adoro creare problematiche sempre diverse ai ragazzi/e per cercare di farli/e pensare sacrificando in qualche situazione l'intensità e la velocità di esecuzione che sono in ogni caso lo step di difficoltà successivo per un atleta a quel punto consapevole.
Per quanto riguarda la programmazione invece mi avvalgo dell'esperienza dei responsabili tecnici di Ororosa e BB14 che consegnano una traccia del lavoro globale ad inizio stagione. Lo sviluppo poi sul campo è ovviamente di vitale importanza ma la cosa fondamentale secondo me resta sempre il saper tarare il proprio lavoro non in base a delle "tabelle" bensì a quel che succede nella realtà quotidiana. Concludo dicendo che mi lascia un pò perplesso sapere di allenatori che propongono sempre le stesse cose, forse perchè a me dà molti più stimoli cercare di mettersi in gioco su concetti sempre nuovi anche se in molti casi si minano delle certezze/sicurezze che si scoprono quasi al momento insieme ai giocatori/giocatrici stessi/e. 


4 - Il rapporto allenatore-dirigenti e quello tra allenatore-genitori; è mai stato un problema e se sì come lo hai risolto?
Rispondere a questa domanda in modo onesto vorrebbe dire rischiare il posto di lavoro o, più probabile, levarsi sassolini dalle scarpe... problematiche ce ne sono state a iosa, non avrei potuto fare tutte le esperienze che mi sono capitate se non fosse stato così... ho cercato sempre di mettere la professionalità al primo posto finchè il rispetto per la mia persona (non l'allenatore) non è venuto a mancare, non sono stato un santo ed ho riconosciuto i miei errori col passare degli anni cercando di migliorarmi anche in questo grazie all'esperienza e la maturità. Me ne sono capitate di tutti i generi! Facile indicare i peggiori (Mozzo Basket) per quanto economicamente ancora mi spetterebbe e non solo, più difficile invece trovare quelli che idealmente sono più vicini alla mia idea di dirigente perfetto (se mai ne esistesse uno). Me la sbrigo così: chi ha saputo dar fiducia nei momenti difficili, chi ha creduto in un progetto non dipendente da risultati intesi come vittorie/sconfitte, chi ha investito tempo nel vedere il lavoro in palestra e soprattutto chi ha mantenuto una parola data, economicamente e non, senza fare giochetti motivati da poca trasparenza o presunta furbizia. In ogni caso sono grato a tutti perchè mi hanno permesso di fare ciò che più mi piace.
Tema genitori: mettiamo da parte l'ipocrisia, quelli i cui figli sono bravi e giocano non ti creano mai problemi (salvo chi pensa di avere il figlio campione a 11 anni)... molto più complicato invece "giustificare" le proprie scelte agli altri... la mia soluzione? Trattare tutti allo stesso identico modo (rispetto, disciplina, atteggiamento), esplicitando però che non sono tutti uguali perchè nello sport l'obbiettivo è migliorarsi sempre e tutti ci possono arrivare con un percorso ben identificato ma, secondo me, il fine ultimo resta la SQUADRA. Il bene del gruppo è la cosa più importante in assoluto, sottolineo anche più importante dell'obbiettivo personale dell'allenatore! Chi ha orecchie per intendere...

5 - La situazione del basket italiano non è delle più felici; anche a Bergamo e provincia si sta allo stesso modo?
Credo che Bergamo sia nella media nazionale d'impoverimento del movimento, vogliamo fare qualità nonostante i numeri siano inferiori rispetto a qualche anno fa e quindi succede che ci siano dei "picchi" magari molto alti ma quel che resta al di sotto è mediocre e livellato verso il basso. Se la Federazione proteggesse gli interessi dei giocatori italiani cambierebbe poco o nulla, gli stranieri costano di meno e sono più bravi! Idem le regole degli "under"... se uno è giovane e bravo dovrebbe giocare comunque anche se non gli si assicura un posto con una stupida regola. E' un gatto che si morde la coda tra società, allenatori e giocatori... quando mai si è visto un allenatore esonerato perchè vinceva senza far giocare i giovani? E quante volte è successo il contrario? Una società che per sopravvivere deve rispondere ad esigenze di sponsor (visibilità, vittorie ecc) sta più attenta al progetto o al risultato? Un giocatore che sa di avere un posto assicurato per regolamento è in grado, consapevolmente, di dare il massimo per migliorarsi quotidianamente?
Il problema principale resta l'etica sportiva insita nella nostra società, finchè nessuno farà nulla per cambiarla non aspettiamoci il cambio epocale che serve...

6 - Il livello del settore giovanile a Bergamo: a che punto siamo e cosa faresti per incrementare la qualità di crescita?
Ti risponderei con una domanda: quale metro di giudizio utilizzeresti per valutarlo? I risultati? Il numero di giocatori d'interesse nazionale? Quanti bergamaschi doc giocano nelle nostre squadre di punta? Il numero di squadre che disputa campionati eccellenza ed élite?
Non ho idea a cosa stavi facendo riferimento ma so qual è la mia idea di qualità nel settore giovanile e sta andando totalmente in controtendenza con quello che vedo a livello nazionale: tecnica sacrificata per l'atletismo, talento sacrificato per la tattica, collettivo sacrificato per l'individuo... se la pallacanestro prenderà sempre più questa direzione, presto mi dedicherò ad altro senza problemi.
Vogliamo imitare stupidamente chi sta al di là dell'oceano senza averne le qualità fisiche, l'atletismo, la cultura, l'etica ecc...quando abbiamo vicini di "casa" che ci portano a scuola di tecnica, cattiveria agonistica, spirito di sacrificio e competizione, intelligenza cestistica!
A Bergamo bisognerebbe tornare a lavorare sui numeri, sull'entusiasmo e sulla lealtà facendo ALLENARE i più giovani agli istruttori e allenatori più preparati (pagandoli non come animatori ma per quanto valgono veramente) affiancati da colleghi meno esperti ma volenterosi di apprendere con umiltà e passione (e non sto parlando necessariamente di giovani). Alcune fantastiche realtà sono cresciute nelle ultime stagioni ed aumentando la "concorrenza" (aggiungo di nuovo leale) il movimento non può che trarne giovamento.
Ben vengano i tagli ai costi della politica "parruccona" (che si affida purtroppo sempre alle solite "facce"), incentivando nuove leve di arbitri e società che investono il proprio tempo nel settore giovanile e nei centri minibasket in simbiosi con le scuole stesse (tenere i ragazzi a scuola nel pomeriggio per fare sport!).
Ed infine introdurre una sorta di Lega Pallacanestro Bergamasca che racchiuda società con interessi comuni di solidarietà alla pratica sportiva, educazione e fair play e che sensibilizzi (anche tramite media competenti e affidabili) il nostro territorio sull'importanza del nostro sport nelle più grandi tematiche sociali. Il rugby a livello nazionale ha fatto e fa ancora scuola, perchè la pallacanestro non potrebbe esserlo nel nostro piccolo?


7 - Che consigli daresti ad un giovane allenatore che ha tutte le intenzioni per seguire questa difficile strada?
In primis trovarsi uno/dei maestro/i di cui si ha piena stima (non sempre i migliori sono capaci di condividere) per crearsi poi un proprio percorso personale dopo aver "rubato" il più possibile partecipando, chiedendo, essendo curiosi, informandosi o semplicemente guardando e capendo. La seconda caratteristica è l'umiltà che per me non deve mai prevedere la parola IO ma sempre NOI, tranne quando è necessario assumersi la propria responsabilità, non solo merito (di una sconfitta, di una scelta, di un provvedimento). Ed infine trattare i tuoi giocatori come vorresti essere trattato tu, sapendo che non ti appartengono ma li devi preparare a qualsiasi situazione capiti loro di fronte, dal punto di vista tecnico ed umano.
Per chi volesse provare a farlo di mestiere, a parte fargli un grande in bocca al lupo, direi di imparare a dare valore al proprio lavoro senza presunzione ne troppa modestia. Ma soprattutto cercate di informarvi prima per capire chi avete di fronte e se è in grado di rispettare promesse e ruoli.

8 -  A che punto siamo a Bergamo come qualità di allenatori/istruttori? 
Ho la fortuna di condividere attualmente esperienze con allenatori/istruttori di qualità umana superlativa (Guido e Nazza da una parte e tutto lo staff BB14 dall'altra), mi trovo così bene forse perchè sono molto orgoglioso di quanto sto vivendo e l'invidia (che ho stupidamente provato verso qualcuno in passato) ha lasciato totalmente spazio a sentimenti di stima e piacere di stare insieme.
Ho voluto fare questa premessa perchè in questo momento al di fuori vedo/sento molta invidia, ipocrisia, presunzione tra i tanti esponenti del nostro movimento e tutto ciò mi da enormemente fastidio in quanto sostengo ormai da tempo che la qualità tecnica è davvero alta ma non va di pari passo con quella umana.
Un collega ad inizio ottobre si è permesso di sfogare la sua invidia ed il suo malumore sulla carta stampata locale definendo "inadeguato" il nostro livello di preparazione, ennesima prova della nostra "guerra tra poveri" che a mio modo di vedere continua a ritorcersi soltanto contro i nostri ragazzi. Se non si riesce ad essere obbiettivi di fronte a delle realtà evidenti forse meglio tacere, ma soprattutto un pò di sana autocritica (per chi allena solo per guadagnare sui parametri o chi per troppo narcisismo nega esperienze diverse, non necessariamente migliori, ai propri atleti) sarebbe il caso di farsela una volta ogni tanto invece che guardare sempre al parquet del vicino...
Anche in questo caso una sequela di regole stupide di gioco (sostituzioni, zona, blocchi ecc) inventate per controllare i furbi, hanno solo contribuito ad aumentare tutto quel che ho detto prima! Inutile chiedere ai nostri ragazzi di essere onesti e leali se poi siamo i primi ad usare mezzucci pur di ottenere un risultato. Iniziamo piuttosto a dare il buon esempio ed i furbi si auto emargineranno (oppure si compreranno le società, si autoproclameranno responsabili tecnici e/o allenatori, faranno blocchi e zone varie per accedere a fantomatici gironi gold...) così da essere l'eccezione e non la regola!

9 - Infine quale è la motivazione che ti porta a continuare ad allenare a livello senior o giovanile?
Arriva ad un certo punto il momento in cui devi fare una scelta, soprattutto una volta che hai acquisito una certa esperienza e ti ritrovi a fare dei ragionamenti da persona matura che non avevi mai preso in considerazione. In qualche occasione quel momento per me è stato vicino ma la volontà di continuare a fare ciò che amo combinata alla fiducia e stima di chi mi ha chiesto di allenare nella sua società hanno fatto sì che io sia ancora in ballo.
Chi pensa che questa situazione per me sia automatica si sbaglia, e di grosso! I compromessi sono all'ordine del giorno ed io, per (brutto) carattere, faccio molta fatica a digerirli... quindi per rispondere alla tua domanda direi che la motivazione che mi porta a continuare ad allenare è che riesco ancora a fare ciò che mi piace a modo mio, mettendomi a disposizione di chi sta in palestra con me e cercando di mettermi sempre in discussione sia come persona che come allenatore. Quando alla fine di una partita/allenamento/torneo/amichevole smetterò di chiedermi "dove ho sbagliato" e "cosa potevo fare di meglio"... forse sarà il momento di passare il testimone.


Un ringraziamento particolare a chi vorrà condividere con me (blasocoach@gmail.com) la presente chiacchierata confrontandosi in tutta serenità pur essendo in disaccordo. Buon Natale e l'augurio di un 2015 ricco di salute e felicità a voi, a chi mi ha già sopportato e supportato e vorrà farlo condividendo con me lo stesso spirito di sempre!